don Dario e l'Arcivescovo Giacomo Biffi in occasione della visita pastorale del 1995
Come potevamo
dimenticarci di dedicare una pagina di questo grandioso lavoro
storico-antologico al parroco sotto la guida del quale il nostro
gruppo è nato e cresciuto?
Nato a Rioveggio il 12 maggio 1924 e ordinato sacerdote nel 1947, don Dario è parroco di Sasso Marconi dal lontano 1963.
Nel 1997 è
stato festeggiato il suo giubileo sacerdotale, per il quale il
Gruppo Giovanile ha organizzato un recital
(in collaborazione con la signora Cecilia Pelliconi) il cui testo
è contenuto nella sezione del CD dedicata alle riflessioni.
In occasione del 50° di sacerdozio, anche l'allora capo-redattore di Vola la Notizia Andrea venne chiamato a scrivere un proprio saluto in onore del parroco. Questo è l'articolo apparso sulla pubblicazione uscita in ricordo dell'evento:
Il nostro rapporto con le figure che sentiamo o che abbiamo sentito significative per la nostra formazione (quelle persone, cioè, che abbiamo l'impressione abbiano lasciato un segno rilevante in quello che siamo) può essere soggetto ad alti e bassi.
Il mio rapporto con don Dario, nostro parroco da molto prima che io nascessi, non fa eccezione.
Tuttavia penso sarebbe un segno di grande ingratitudine non porre il suo nome tra quelli delle persone che mi hanno trasmesso dei significati.
Infatti devo a don Dario le lezioni di
"catechismo" più belle della mia infanzia. E la cosa
che me le ha rese così belle è stato senza dubbio il fatto che
esse non mi sono state impartite dal pulpito, nè nelle allora
cadenti aule del Grimaldi. I resti delle trincee della Gotica, i
crinali scoscesi dei nostri monti, il verde dei boschi attorno a
Camugnano, il lago Scaffaiolo: queste erano le meravigliose aule
di lezione in cui mi veniva trasmessa la certezza che ci sia
Qualcuno che tiene un po' di ordine nella confusione della
materia.
"Davanti a questo spettacolo, come si può dubitare di Dio?", mi chiese una volta una decina di anni fa, mentre ci inerpicavamo verso la croce che sovrasta il piccolo borgo di Chiapporato, indicandomi il verde sotto di noi. Ero molto stanco. Non so con quanta convinzione lo feci, però alzai gli occhi da terra e mi guardai attorno. Credo, da quella volta, di non aver mai più camminato per i boschi con gli occhi bassi.
Era proprio vero. Tanti atomi che sbattono per caso l'uno contro l'altro non potevano aver formato uno spettacolo così bello.
Non era forse uno dei modi con cui Dio ci rassicura: "State tranquilli, Io esisto."?
Crescendo si imparano tante cose. E forse, a 21 anni, gli occhi con cui guardo il mondo sono un po' diversi da quelli di un bambino di 11 anni che, in calzoncini corti, si diverte a girare sui monti.
Anche oggi, però, mi piace sfidare i sentieri di montagna... e anche oggi sono convinto che don Dario dicesse il vero. Grazie, don Dario.
A. Micheletti