Come in quei sogni in cui corri, trattenendo il fiato, col terrore che qualcosa possa raggiungerti. Spesso non ci ricordiamo neppure, al risveglio, di cosa ci spaventava. Ma sul momento sappiamo benissimo che dobbiamo correre.

Come quando nei film si vede l’eroe che corre mentre il ponte si sgretola dietro le sue spalle. Aprendo un vorace baratro che sembra non poter essere arrestato da nulla.

Sono chiuso in casa da giorni. I medici hanno detto che la mia memoria sta subendo un “processo degenerativo di origine sconosciuta”.

Nessuno sa dirmi di cosa si tratti esattamente. E io sono stanco di attendere la distruzione.

La mia memoria, a partire dai ricordi infantili, fino alla mia giovinezza, si sta cancellando. A ritmo incostante. Senza lasciarmi capire le motivazioni.

Spesso i vecchi non fanno altro che inveire contro i giovani. Che sono maleducati, ignoranti, privi di ideali.

Basta guardare con attenzione il problema e si vede spesso che, quando avrebbero dovuto insegnare a vivere, trasmettere ideali, questi giovani di un tempo erano troppo occupati a prendersi cura di se stessi.

Il lavoro. Un alibi che spesso sembra nobile.

Ma come possono pretendere che i figli siano diversi da come il mondo li coltiva?

Per me è un po’ così. Mi sto arroccando in un presente che mi fa dimenticare quello che mi ha portato fin qui.

Ma io non voglio diventare un vecchio bisbetico capace solo di brontolare e di rinchiudersi nelle abitudini come nel più sacro dei templi.

Questo diario servirà a fissare la realtà.

A rimanere anche quando la memoria sarà una tabula rasa.

Un solo ricordo di un anno fa.

La speranza che tutto fosse diverso. E poi la delusione: tutto è come prima. Nessuna stabilità in più.

Solo l’illusione di stare avere un po’ più di tempo.

Ma l’amara sensazione di aver perso un’occasione per fare qualcosa che rendesse il mondo un po’ migliore per mettersi a fare qualcosa che rende i mondo ancora peggiore. Poi un’altra consapevolezza (quella che salva): che qualunque lavoro, fatto onestamente, può rendere il mondo un po’ meno schifoso. Anche se può non arricchirti economicamente.

Fino a che avrò abbastanza intelletto per leggere e capire, sarò salvo dalla rovina.

Quando questo non sarà più, spero che il Signore mi faccia la clemenza di rapirmi per sempre.

andrea.prof (quasi pronto per la prossima raccolta!)