Il 10 di novembre, all’URP del Comune di Sasso Marconi, mentre stavo rinnovando la Carta d’Identità, si era rivelato particolarmente problematico il campo “professione”. Non era una sensazione nuova, ma questa volta era particolarmente sgradevole.
Agente teatrale, la proposta di chi non capisce. Gestore di un Teatro, il sogno. Organizzatore? Tecnico? Boh… Da buon Presidente di SRL (anche se sapevo che sarebbe finita presto) ho ripiegato su un onesto (e codificato) “Imprenditore”, forse senza troppo significato. L’invio dei curricula non aveva dato troppi risultati.
Che dire? Le nuove proposte sul campo erano davvero interessanti…
All’inizio mi dispiaceva l’idea di abbandonare il mio lavoro. All’inizio mi dicevo che era un peccato lasciare un lavoro “creativo”. Ricordi di grandi cose. Ma ormai cosa era rimasto di realmente creativo nel fare il baby-sitter a un branco di docenti universitari?
Il dispiacere più grande è tuttora quello di aver abbandonato un gruppo di persone con cui sono stato davvero bene, e con cui credo di aver lavorato davvero bene.
Ma forse questa non è una ragione sufficiente per lottare contro i mulini a vento, magari in equilibrio su una fune…
E così ho deciso.
Cambiare lavoro, radicalmente. Perché dietro ad una scelta mediata non si celasse una malinconia.
Cambiare aria, perché un luogo e delle persone in particolare (per quanto fantastiche) non si elevassero a loro insaputa a casa dell’anima.
Cambiare subito, per non essere tentato di aspettare (fino a quando?).
Non è stato facile. Non è stato indolore.
Ma sono felice della scelta.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarei diventato un assicuratore?
Mi hanno aiutato ad entrare a piccoli passi nel nuovo lavoro, con un grande rispetto dei miei tempi e soprattutto dei miei modi.
Non credo che ringrazierò mai abbastanza Fabrizio del suo rispetto e della sua intelligenza. Del modo in cui riesce a capire alcune cose anche prima che siano chiare a me. Del modo in cui cerca di capire e di far fronte ad esigenze che forse non gli sono sempre immediatamente comprensibili. Della grande opportunità che mi ha concesso. Della fiducia. E del tempo che mi ha dedicato e che mi dedicherà nei prossimi mesi.
E grazie pure alle fanciulle (Robby, Lory e Angela), per la pazienza che hanno avuto nel rispondere alle mie domande, anche quando erano ripetitive. Anche quando per loro erano scontate. Anche a loro credo che continuerò a chiedere tante cose …cercate di sopportarmi, se potete.
Grazie a te, Mia Principessina. Perché il mio umore nel passaggio non era al meglio e sei riuscita a starmi vicino e ad aiutarmi a chiarirmi, con pazienza e con dolcezza.
E così ho cominciato a studiare, con alcuni basilari punti di forza. Con umore splendido, grande ottimismo e gran voglia di fare.
Potrò vendere i prodotti solo quando mi sentirò completamente sicuro sul loro contenuto, senza troppa fretta. Evitando, spero, quello che capita a tanti giovani venditori, non solo assicurativi, che vengono mandati in giro per il mondo con un pacco di carta che non gli è neppure stato completamente spiegato tra le mani.
Potrò vendere solo i prodotti che mi convincono e che ritengo appropriati per il cliente che mi sta di fronte. Avevo paura di dover vendere anche merda, e invece mi è stato detto che devo vendere, sì …ma solo quello che conosco e di cui apprezzo la validità.
Intanto sono già stato formato sui prodotti relativi al Patrimonio (casa, e responsabilità civile), sto cominciando a studiare l’auto e l’infortunio, sempre con un occhio alla normativa, alle leggi e ai regolamenti, per mettermi un po’ più al passo con coloro che a quello hanno dedicato i loro studi universitari. Sto facendo affiancamento in agenzia per capire un po’ meglio come funzionano le cose.
Così ho scoperto di poter essere davvero utile. Nella diffusione di una cultura assicurativa che possa servire alle persone a capire come far fronte a grandi problemi eventuali con una piccola spesa certa, nel tentativo di superare la diffidenza nei confronti del mondo assicurativo. Nel valorizzare il ruolo sociale dell’assicuratore, che non è solo venditore di polizza ma soprattutto consulente.
E se per diventare un buon consulente bisogna studiare, ben venga lo studio! Ho bisogno di fare anche tanta pratica e di vedere tanti casi. Ma non ho dubbi che quello sia lo scopo del gioco.
Anche perché sono convinto che un buon consulente riesca sul lungo periodo a vendere molto di più, lasciando molta più gente soddisfatta.
E allora …eccomi di nuovo in cammino. Verso una meta forse diversa da quella di prima, forse verso la stessa presa solo da un altro lato del monte.
Non più in fuga. Non più fermo. Semplicemente …in viaggio.
Un abbraccio a tutti…

andrea.prof

P.S.: GRAZIE e SCUSA. grazie a tutti quelli che mi hanno chiesto notizie, e scusa a tutti quelli a cui non sono riuscito a rispondere! a presto (anche se adesso sarò molto meno presente su MSN!!!)</p>